mercoledì 11 maggio 2016

Analisi del fenomeno Francesco Di Fulvio

Francesco Di Fulvio

La perla del 9-9 con cui ieri il Settebello ha staccato il biglietto per la Super Final di World League (a proposito, rivedetela qui) è solo l’ultima delle giocate decisive che Francesco Di Fulvio ha compiuto in Nazionale negli ultimi mesi. Dai Mondiali di Kazan al pre-olimpico di Trieste, passando per gli Europei di Belgrado, l’Italia di Campagna ha cambiato uomini e giocato partite più o meno buone: il tratto comune, in questo lungo arco di tempo, è stata la continuità di prestazioni del 23enne pescarese della Pro Recco, capace di giocare come un veterano e di esprimere grande pallanuoto sia in difesa che in attacco. Abbiamo interrogato tre tecnici che lo hanno allenato in epoche diverse della sua giovane carriera – Marco D’Altrui, Nando Pesci e Sandro Bovo -, rivolgendo loro la stessa domanda: Di Fulvio è destinato a diventare un fuoriclasse?

Il parere di Marco D’Altrui
Marco D’Altrui, lei a Pescara ha allenato un Di Fulvio giovanissimo. 
Marco D'Altrui, olimpionico e coach delle giovanili del Pescara
Marco D’Altrui, olimpionico e coach delle giovanili del Pescara
Era un Under 13 quando l’ho conosciuto, ma il talento era immediatamente riconoscibile. Francesco era sveglio e molto veloce nel nuoto, già allora. Inoltre era attento a quello che gli dicevo, educato e molto umile con i compagni e gli avversari, atteggiamento che ha ancora, per quanto ho potuto constatare quando l’ho rincontrato qui a Pescara.
Nel Settebello Di Fulvio pare completamente a suo agio. 
Il fatto di aver giocato ad alto livello con il club gli ha dato sicurezza ed esperienza. Se diventerà un fuoriclasse mondiale? Le possibilità le ha e gli arrivano dal suo carattere: è uno che vuole migliorarsi.
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Il parere di Nando Pesci 
Pesci, da c.t. dell’Italia giovanile ha potuto allenare Di Fulvio in un arco di tempo piuttosto lungo. 
Pesci, con Di Fulvio ha vinto due Europei U19 e un Mondiale U20
Pesci, con Di Fulvio ha vinto due Europei U19 e un Mondiale U20
Il primo collegiale con Francesco è stato nel 2008 e l’anno dopo, a 16 anni, ha iniziato la sua attività internazionale. Rimasi colpito dalle sue giocate, aveva intuizioni individuali che ti lasciavano sconcertato, non te le aspettavi da un ragazzo di 15-16 anni. Poi si perdeva a volte, usciva fuori dalla partita, ma con una giocata sapeva mettere la squadra nelle condizioni migliori per poter attaccare e segnare. Anche in fase difensiva, aveva già da piccolo la capacità di rubare palla, grazie a delle ottime gambe.
Non la sorprende, dunque, vederlo giocare a quel livello con il Settebello. 
No, ma mi meraviglia il fatto che a 23 anni sembra sia lui a prendere in mano il Settebello nelle situazioni più delicate. Negli ultimi mesi è stato determinante in diverse situazioni. È cresciuto notevolmente in personalità, allenandosi con altri campioni ha evidenziato le sue capacità naturali, che sono incredibili. Ha un grande futuro e potenzialmente è un fuoriclasse: è bravo, intelligente e viene da un’ottima famiglia che gli ricorda di tenere i piedi per terra. E poi è dotato di una grande determinazione. Durante la finale del Mondiale U20 a Szombathely, contro la Croazia, si infortunò a un dito, che si gonfiò parecchio. Volle tornare in acqua lo stesso: vincemmo 10-7 e lui segnò 3 gol.
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Il parere di Sandro Bovo
Bovo, lei ha allenato Di Fulvio solo una stagione a Brescia (2013/14): Di Fulvio arrivava dalla Florentia e l’anno dopo finì alla Pro Recco. 
Brescia era una squadra superiore alla Florentia, all’inizio Francesco ebbe un po’ di difficoltà, ma poi il salto l’ha fatto. Non è facile passare da una squadra più debole, dove puoi prenderti certe libertà e forzare certi tiri, a una con obiettivi più importanti, in cui hai un minutaggio inferiore. Lui c’è riuscito e la sua progressione come giocatore è continuata alla Pro Recco. Lì lo spazio per gli italiani non è molto, ma Francesco è riuscito a ritagliarsene uno importante sia con Milanovic che con Pomilio. Questo dice molto delle sue qualità, e poi ha una grande personalità. A tal proposito ci sarebbe un aneddoto…
Ce lo racconti.
Bovo ha allenato Di Fulvio nel 2013/14
Bovo ha allenato Di Fulvio nel 2013/14
Era il periodo in cui la Pro Recco provava a prenderlo e io cercavo di convincerlo a restare a Brescia. Gli dissi che lì, in una squadra di grandi campioni, un giovane come lui avrebbe avuto poco spazio. Francesco mi rispose: ‘Voglio andare al Recco e fare il c… a quelli che giocano titolari’. Non va presa come una spacconata, Di Fulvio è uno umile, che sa stare in una squadra. Ma dice molto della sua determinazione, della sua voglia di migliorarsi. Tra l’altro è l’unico U20 che dopo aver vinto i Mondiali ha un posto fisso nel Settebello.
Sin da giovanissimo, Di Fulvio ha cambiato squadre e allenatori, passando da Pescara alla Vis Nova, poi alla Florentia, infine Brescia e Pro Recco. Pur non avendo avuto un’unica scuola di formazione, è comunque divenuto un gran giocatore. 
La verità è che lui ha talento e chi ce l’ha cresce a una velocità diversa dagli altri, impara più in fretta. Prendete Molina: fino a 15 anni era a Ceuta, che pallanuotisticamente non è Belgrado, eppure è diventato presto un campione. Di Fulvio ha avuto tanti allenatori e tutti bravi, ma nella sua crescita c’è molto di suo. Giocando partite importanti può crescere ancora, per lui il meglio deve ancora venire. Se può diventare un fuoriclasse? Assolutamente sì.

Di Fulvio ha iniziato nelle giovanili del Pescara, ha poi giocato con Roma Vis Nova, Florentia, Brescia e Pro Recco. 85 le sue presenze in azzurro
Di Fulvio ha iniziato nelle giovanilidel Pescara, ha poi giocato con Roma Vis Nova, 
Florentia, Brescia e Pro Recco. 85 le sue presenze in azzurro



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