lunedì 24 agosto 2015

Italia: Campionato di A1 maschile



Manca poco più di un mese all’inizio del nuovo campionato di A1 maschile (il 26 settembre la 1a giornata), un torneo rinnovato nella formula e nel numero delle squadre, che, almeno sulla carta, si presenta equilibrato, escludendo naturalmente la super-favorita Pro Recco. In attesa del via, abbiamo deciso di andare a scoprire tutte e 14 le squadre di A1, iniziando dalle neopromosse. Oggi tocca al Sori, al rientro nella massima serie dopo cinque stagioni (nel 2010 l’ultima retrocessione) grazie alla vittoria dei playoff promozione della scorsa A2. Al timone dei granata c’è Alessandro Cavallini, con lui abbiamo parlato della nuova stagione.

Cavallini, rieccola in A1 dopo le sfortunate esperienze con il Camogli, nel 2007 e nel 2013, terminate con la retrocessione. Stavolta, però, è tutto diverso.

Spero che col Sori finisca in maniera differente (ride, ndr). Nella prima esperienza a Camogli ero molto giovane, avevo appena 30 anni e poca esperienza, commisi degli errori. Nel 2013, invece, allenavo una squadra giovanile che si era ritrovata in A1. Quel gruppo (di cui faceva parte anche l’italo-americano Luca Cupido, ndr) avrebbe potuto scrivere pagine importanti se non si fosse sciolto. Le analogie con il Sori sono davvero poche, se non l’obiettivo di giocare per la salvezza.

Stavolta ha sì tanti giovani, ma anche giocatori esperti e stranieri che promettono bene, come Salemi, Ivosevic e Brlecic.


Paulo Salemi, nuovo difensore del Sori

Sul mercato non abbiamo dovuto a tutti i costi fare di necessità virtù. La squadra è più o meno quella che ha ottenuto la promozione. Abbiamo salvaguardato i giovani di belle speranze e inserito giocatori in ruoli specifici. Poi abbiamo qualche scommessa da vincere: oltre ai giovani, e non faccio nomi, dobbiamo vedere se, ad esempio, Davide Steardo, dopo mesi di inattività, riuscirà a tornare agli ottimi livelli della Promogest. Da parte di tutti, però, c’è grande voglia di lavorare.

Dei giovani non vuol parlare, lo faccio io: il mancino Edoardo Manzi ha fatto vedere ottime cose in A2 e anche ai Giochi Europei di Baku. A 17 anni è tra le promesse più attese della prossima A1.

In primis Manzi deve rifarsi dall’essere uscito dall’U20 di Pesci: per lui il Mondiale sarebbe stato una prova di maturità, ma avrà altre chance. Deve ancora compiere 18 anni e non possiamo pretendere troppo da lui o pensare che sarà lui a risolvere le situazioni, ma dovrà giocare bene e, soprattutto, con responsabilità. In prospettiva ha un bel futuro, ma non ha ancora fatto nulla. Un altro è Cristian Gandini: non potrà essere più solo un gregario, ha 20 anni e dovrà dimostrare le sue qualità. Può riuscirci. Di loro si è parlato tanto in fase di mercato (li voleva la Bpm Sport Management, ndr), ma convincerli a restare è stato facile.

Per il Sori sarebbe stato un peccato perderli dopo la promozione di cui sono stati protagonisti.

L’A1 è arrivata come piace a me, lavorando con i giovani. Tuttavia non voglio dimenticare il contributo dei più esperti, come Francesco Ferrari, che è rimasto con noi, o Enrico Trebino e Filipe Vuleta, dai quali ci siamo separati. Mi dispiace che non siano in A1, sono stati fondamentali nella scorsa stagione. Come Niccolò Rocchi, che è andato a Trieste: il cambiamento gli farà bene, gli auguro il meglio.

In un gruppo così giovane quanto conta l’esperienza tra i pali di Francesco Ferrari, 41 anni (che potrebbe essere nuovamente affiancato da Fabio Viola)?

Francesco è un portiere di esperienza, ma i ritmi dell’A1 saranno diversi da quelli dell’A2. So che da lui arriveranno professionalità e un grande aiuto nel tenere alta la concentrazione negli allenamenti, oltre che nell’organizzazione della difesa. Per noi è un elemento indispensabile.


Edoardo Manzi, mancino, 17 anni

Sori come ha accolto il ritorno in A1?

Qui, come in tutta la Liguria, c’è tradizione nella pallanuoto. Poi quando società piccola come il Sori si trova a competere in A1 con grandi club, l’entusiasmo sale. L’entusiasmo, però, dobbiamo tenerlo alto noi, e parlo della squadra, di me e dei dirigenti. Se arrivano i risultati, non può che crescere.

La lotta salvezza quest’anno appare particolarmente dura e non solo per la formula della Final Four.

In A1 ci sono due-tre squadre che fanno un campionato a sé per lo scudetto, e altre tre o quattro formazioni che sono certe di salvarsi. Non faccio nomi, ma penso che tutte le altre dovranno lavorare per essere tranquille.

Il calendario le ha messo subito davanti Pro Recco e Brescia. Che dirà ai ragazzi prima del debutto contro i campioni d’Italia?

Nella scorsa stagione ci siamo allenati con loro, qualche volta, ma sono la squadra più forte al mondo, per cui la tensione emotiva ci sarà ugualmente. Tuttavia per noi è la partita ideale per rompere il ghiaccio, un grande allenamento, così come poi con il Brescia. Ho due occasioni importanti per testare la squadra e, di fatto, posso prolungare la preparazione per due settimane, anche perché alcuni giocatori saranno pronti solo dopo. Salemi sarà con noi solo a fine settembre e salterà la Pro Recco, Privitera deve ancora recuperare da qualche piccolo acciacco.

Si aspetta ancora qualche novità dal mercato?

La società ha fatto il massimo e gli elementi che sono arrivati completano la rosa.

Una parola per il Sori che vedremo in A1.

Ne dico due: Intensità e attenzione. Il Sori dovrà subire pochi gol e giocare a nostro modo a prescindere dall’avversario. Certo, di fronte ad alcuni campioni qualche contromisura devi prenderla, ma senza stravolgere il gioco. Per fare questo, sarà fondamentale il lavoro in settimana.



LA ROSA DEL SORI 2015/16

Portieri: Francesco Ferrari, Francesco Massaro

Difensori: Domenico Digiesi, Francesco Ferrero, Petar Ivosevic (dall’Ijik Istanbul), Paulo Salemi (dal Sesi)

Attaccanti: Cristian Gandini, Edoardo Manzi (mancino), Marco Mugnaini, Alessio Privitera (dal Nuoto Catania), Davide Steardo (dalla Bpm Sport Management)

Centroboa: Hrvoje Brlecic (dallo Jadran Spalato), Alessio Cambiaso.

Allenatore: Alessandro Cavallini

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