lunedì 12 gennaio 2015

ITALIA A2 NORD: TOP E FLOP DELLA SETTIMA GIORNATA


 
Al rientro dalle feste il Trieste fatica più del dovuto a Camogli, ma vince quasi allo scadere e si mantiene al primo posto, seguito dal Sori e dal Quinto, che dopo le otto scoppole prese a Chiavari nel periodo pre natalizio porta a casa il derby contro il Lavagna nell’ultimo quarto. Si muove un pò la classifica nei bassifondi, con l’Albaro Nervi che liquida il Padova, complice di un approccio troppo molle alla partita, e si rilancia dopo un inizio di stagione balbettante. Deludenti le prestazioni di Torino ed Arenzano in casa.
TOP
Trieste e Quinto: finali di gara che sorridono
Gara all’insegna dell’equilibrio al Boschetto. La squadra di Piccardo, sotto nel primo quarto a cospetto di un ottimo Camogli, nella parte centrale mostra tutte le sue qualità migliori, mettendo l’avversario alle corde. Quando però la preda sembra cucinata i padroni di casa, sotto di tre reti, sul punteggio di 8 a 5, si rifanno sotto trovando addirittura il pareggio. Gara altalenante quindi quella dei giuliani, trascinati da Petronio e Popovic, che si batte come al solito come un leone ai due metri. Un ” regalo ” dei liguri nel finale fa pendere l’ago della bilancia a favore degli ospiti, quando ormai la partita sembrava destinata al pareggio. Ultimo contropiede letale per il Camogli e tre punti per il Trieste che non arresta la sua corsa nemmeno in una giornata complicata. Segnali della forza della squadra.
Tutti i parziali in parità nella sfida tra Quinto e Lavagna, biancorossi non ancora al top dopo la batosta di Chiavari, ma la determinazione e la voglia di vincere dopo due sconfitte consecutive è evidente. Uno scatenato Martinic ne fa quattro e i padroni di casa, aiutati anche dai tanti errori di finalizzazione del Lavagna, riescono a ritrovare i tre punti dopo un periodo lungo di astinenza. Un gol nell’ultimo quarto decide l’incontro, il Quinto riparte da quello.
Albaro Nervi: Approccio ottimo e partita che scivola via facile
Primo scontro diretto per l’Albaro Nervi in una settimana, dopo un avvio di stagione non semplice, dove i ragazzi di Ivaldi hanno faticato a trovare una quadratura. Contro un Padova galvanizzato dal pareggio con il Sori non era facile, ma i liguri hanno archiviato la pratica in scioltezza, più di quanto ci si attendesse in partenza. Trascinati da un’ottima prova del collettivo e dai singoli, con Edoardo Caliogna in gran spolvero e Giusti, protagonista che non ti aspetti dell’incontro con tre reti, il Nervi è aiutato da una partenza forte che spiazza l’avversario. 3 a 0 al suono della prima sirena e poi controllo negli altri tre tempi. L’Albaro Nervi si è svegliato dal letargo, può rilanciarsi, ed iniziare il suo campionato. Le prossime due gare ravvicinate contro Arenzano ( recupero prima giornata ) e Brescia saranno la prova del nove per testare i miglioramenti, sei punti proietterebbero la squadra verso un altro campionato.
L’Imperia non molla mai e ferma il Torino
Tornare con un punto da Torino non è mai facile per nessuno. Farlo se alla fine del tempo sei sotto per quattro reti a uno risulta compito ancora più arduo. L’Imperia di Fratoni però ha tanto cuore, sotto quell’aspetto non le si può rimproverare nulla, nonostante i punti che separavano le due squadre fossero 5 alla vigilia. Una grande prestazione da parte dei liguri in terra piemontese, l’impeto del Torino d’innanzi ai colpi degli avversari si affievolisce ed ecco che l’Imperia si avvicina piano piano, recupera, con l’ausilio di quattro rigori fischiati a proprio favore, e colma il gap, trovando un pareggio insperato per la piega che aveva preso l’incontro nei primi minuti. Un ottimo pareggio che mostra le qualità caratteriali di questa squadra.
FLOP
Arenzano: primo tempo regalato al Chiavari
Quando l’Arenzano di Caltabiano si accorge nel secondo tempo di essere sotto nel punteggio per 4 a 0 è troppo tardi. Una partenza shock per i biancoverdi che si svegliano quando ormai il risultato ha preso una piega decisiva a loro sfavore. Gli altri parziali finiscono in parità, solo l’ultimo quarto pende dalla parte dei padroni di casa, troppo poco per poter sperare di tornare in partita. La causa della sconfitta è dettata però da un approccio sbagliato, troppo molle, che condanna Sargiano e compagni, chiamati al riscatto in settimana contro il Nervi nel recupero, perchè la zona calda è ad un passo.
Padova non pervenuto
Il Padova visto contro il Sori prima delle feste era solo un lontano parente di quello visto in terra ligure contro l’Albaro Nervi. Irriconoscibili i veneti, come dimostra il segno zero nel tabellino a fianco al nome di Gopcevic, imbrigliato letteralmente dalla squadra ligure. La squadra di Cattaruzzi ci ha abituato in questo inizio di campionato a prestazioni altalenanti, ma una discrepanza di rendimento così ampia tra casa e trasferta non è sintomo di grande maturità. Sfilacciata, mentalmente già fuori dal match dopo pochi minuti, che gol dopo gol sparisce sempre di più dall’incontro. Il risultato di 14 a 8 in favore del Nervi è un ulteriore segnale di come il Padova sia arrivato scarico a questa sfida, senza motivazioni, a nostro avviso, inspiegabilmente. In questo modo i pareggi con Sori e Lavagna vengono vanificati, perchè è in questi scontri diretti che il Padova dovrebbe cercare di fare punti per non trovarsi in situazioni spiacevoli.
Torino: gran partenza, poi il black out
La vittoria contro il Camogli aveva dato nuova linfa al Torino di Aversa, alcune certezze che sembravano essersi smarrite recuperate. Con i risultati casalinghi i piemontesi hanno sempre costruito i loro campionati. Nelle prime gare solo il Quinto era passato alla Monumentale. Contro l’Imperia tutto sembrava essersi messo nei binari giusti, risultato in cassaforte già al termine del primo quarto. Mai dire mai…
Da quel momento il Torino ha come mollato la presa, rilassandosi troppo e lasciando troppo l’iniziativa all’avversario, che ha sicuramente i suoi meriti, ma è stato favorito anche dall’eccessiva sicurezza da parte dei padroni di casa di aver già acquisito il risultato. Il pareggio è la giusta punizione per un atteggiamento quasi rinunciatario, non da Torino formato casa.

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