giovedì 28 maggio 2015

Final Six: già finita per l'Eger, in semifinale è (ancora) Jug-Primorje



EGER-JUG DUBROVNIK 8-10 
(1-2, 2-2, 2-3, 3-3)
Eger: B. Mitrovic, Angyal, P. Biros 1, Cuckovic 1, Hosnyanszki 1, Lorincz, Mi. Cuk 1, Szivos 2, Erdelyi, Vapenski 2, Bedo, Harai, Csoma. All. Dabrowski
Jug Dubrovnik: Bijac, Macan, Boskovic 1, N. Janovic 1, Younger 1, Fatovic, Pa. Markovic, Buslje 3, Viskovic, Ivankovic 1, Constantin-Bicari 1, Obradovic 2 (1 rig.), Popadic-Batina. All. Kobescak
Arbitri: Alexandrescu (Rom) e Naumov (Rus)
Note: sup. num. Eger 6/10, Jug 7/10. Rigori: Jug 1/1. Usciti 3 f. Buslje e Hosnyanszki nel IV quarto.
L’eterna sfida tra Jug e Primorje non è ancora finita. Le due squadre croate si incontreranno ancora, per l’11 volta in questa stagione: merito della squadra di Vjeko Kobescak, che elimina l’Eger nel primo dei quarti di finale della Final Six di Champions League. Più determinati e meno contratti i croati rispetto agli ungheresi di Dabrowski, che hanno pagato, ancora una volta, i black out del proprio reparto offensivo e degli uomini chiave con la palla in mano, Milos Cuk su tutti. Sulla sua strada, però, l’Eger si è ritrovato anche un Marko Bijac in splendida forma, autore di una serie di interventi da applausi, compreso quello su Szivos, che a 1’ dalla fine, ha mandato i titoli di coda sulla partita. Da rivedere, inoltre, anche l’uomo in meno: lo Jug ha segnato 7 delle sue reti in superiorità e addirittura 4 con un uomo sui pali (Buslje fa addirittura tris). Troppo, in una gara tanto delicata.
Lo Jug inizia meglio la partita, soprattutto grazie a Bijac che appare molto concentrato. Davanti i croati non sembrano soffrire l’assenza di Dobud ai due metri, anzi nei primi due quarti vanno a segno solo sulle superiorità conquistate da Constantin-Bicari e Buslje (splendido l’assist di Boskovic per il suo 4-2 in superiorità), che gli dà il cambio a centro. L’Eger fatica a creare gioco, ma resta in partita grazie a un paio di invenzioni individuali, come la bomba di Vapenski per il 2-2 e l’alzo e tiro sulla sirena di metà gara di Szivos. Le due difese, comunque, prevalgono sui rispettivi attacchi e i due portieri si danno da fare sulle conclusioni dalla distanza. Bijac, in particolare, fa vedere perché il c.t. croato Ivica Tucak lo ritenga l’erede di Josip Pavic.
Lo Jug tiene sempre la testa avanti e nel finale del terzo quarto scappa sul +3 (7-4) grazie alla doppietta di Obradovic (un rigore e un alzo e tiro, primo gol a uomini pari dello Jug) e al terzo centro (sempre su uomo in più, sempre dal palo) di Buslje. L’Eger contiene la fuga dei blu-granata con la superiorità trasformata allo scadere da Hosnyanszki, dormiente fino a quel punto della gara, un gol che pare svegliare anche gli altri big dell’attacco magiaro: dopo l’8-5 di Ivankovic, due siluri di Milos Cuk e Biros rimettono la squadra di Dabrowski a -1. Si procede gol a gol, dal +2 al +1 per lo Jug, fino al 10-8 di Costantin-Bicari (in uscita dal palo in superiorità) e alla già citata parata di Bijac su Szivos. All’Eger resta la finalina per il 5° posto, lo Jug è atteso da un nuovo esame col Primorje: lo score, quest’anno, parla di 6 sconfitte, un pari e 3 vittorie (di cui due ai rigori).

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