domenica 20 settembre 2015

Dopo la riunione di Ostia arbitri più fiscali: ecco tutte le novità



Ad Ostia si è conclusa oggi, dopo due giorni di lavori, la consueta riunione precampionato degli arbitri e dei delegati Fin. Rispetto alla scorsa stagione ci sarà un'unica novità di rilievo in materia regolamentare: se un giocatore, dopo aver commesso fallo, allontana il pallone verrà punito con l'espulsione definitiva e la sua squadra subirà un tiro di rigore.La disposizione vale per ogni zona del campo e per tutti i 36 minuti di gioco.
Agli arbitri, inoltre, è stata raccomandata:
1. Massima severità sul piano disciplinare, sia per quanto riguarda ciò che avviene in acqua sia per quello che succede a bordovasca.
2. Maggiore uniformità nell'assegnazione del tiro di rigore, che potrà essere fischiato soltanto quando il giocatore subisce fallo con la faccia completamente rivolta verso la porta. Ovviamente deve trattarsi di una chiara occasione da gol, senza la presenza di particolari ostacoli tra lui e il portiere.
3. Maggiore rispetto delle regole, da parte dei giocatori, in occasione dell'esecuzione del tiro di rigore. Il pallone deve lasciare la mano del tiratore a cinque metri, non di meno, e il portiere deve rimanere fermo sulla linea di porta prima dell'esecuzione del tiro.

LASCIATELI ARBITRARE IN PACE

Anche la classe arbitrale, così come la pallanuoto italiana in generale, da tempo si porta dietro problemi irrisolti, in particolare quello della mancanza di omogeneità nelle direzioni di gara. In proposito vi riproponiamo il dibattito pubblicato sul nostro sito nello scorso marzo:

http://www.waterpolopeople.com/news/waterpolo-people/i-tecnici-dicono-arbitraggi-poco-omogenei-hanno-ragione/?search_string=Petronilli 

Tocca alla Federazione, e in particolare ai vertici del Gruppo Ufficiali Gara, risolvere questo problema. Di certo non lo si risolve cambiando continuamente le regole oppure dando continuamente nuove indicazioni come arbitrare (anche a campionato iniziato). In questo il Gug non c'entra, c'entra la Fina. Ricordiamo, in proposito, l'incredibile confusione che si creò due anni fa, alla vigilia dei campionati di A1, quando furono trasmesse agli arbitri nuove indicazioni per cercare di stroncare il gioco duro e nel contempo di velocizzare il gioco (tra queste il divieto per i giocatori di commettere fallo semplice nella metà campo avversaria).
Ci mettiamo, in particolare, nei panni degli arbitri italiani internazionali, che sono tanti. Nella stagione che si è appena conclusa hanno diretto partite giocate 7 contro 7 in campo da 30, 7 contro 7 in campo da 25, 6 contro 6 in campo da 25.
Pretendere che agli arbitri sia data la possibilità di dirigere in santa pace durante una partita è un'utopia. Continueranno anche nella stagione che sta per cominciare ad essere tormentati, oltre che dagli spettatori, dai dirigenti, dagli allenatori e dai giocatori che con le loro proteste cercano di condizionare l'operato degli arbitri. Ma speriamo che almeno possano avere, sul piano delle regole, punti di riferimento fissi, immutabili su cui lavorare.

Mario Corcione

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