domenica 14 settembre 2014

Fuga dalla pallanuoto


INTERVISTA CON ERALDO PIZZO
Pino Porzio dice: “In Italia si avverte una certa volontà complessiva di arrivare al dilettantismo puro”. Cosa ne pensi?
Non condivido questa sua impressione. Ci sono sempre state società che possono spendere di più e altre che invece si trovano più in difficoltà per la corresponsione dei cosiddetti rimborsi-spese ai giocatori. Chiaramente negli ultimi tempi la situazione globalmente è peggiorata a causa della crisi economica.
Fatto sta, però, che oggi la gran parte dei giocatori di serie A fanno due allenamenti al giorno in cambio di compensi che ogni anno si assottigliano sempre più. E, di conseguenza, è aumentato notevolmente il numero degli atleti che decidono di andare all’estero per trovare altre strade…
Io dico, invece, che un gran numero di giocatori li perdiamo molto prima, in età adolescenziale. Già a 12 anni in molte società vengono sottoposti ad allenamenti particolarmente impegnativi, di cui io non vedo assolutamente la necessità, e poichè devono anche studiare questi ragazzi non riescono più a trovare un po’ di spazio per lo svago. Molti non ce la fanno a sostenere questi ritmi e abbandonano l’attività.
Ma è indubbio comunque che oggi moltissime società si trovano con l’acqua alla gola, impossibilitate a corrispondere compensi che possano essere degni dell’impegno profuso dai giocatori. Che consiglio puoi dare?
Nella pallanuoto, col passare degli anni, tecnici e giocatori si sono evoluti ed oggi in Italia in queste due categorie veramente possiamo contare su elementi in grado di svolgere il loro compito egregiamente. L’unica categoria che è rimasta al palo è quella dei dirigenti: sono, dal punto di vista professionale, ancora quelli di una volta. Il dilettantismo impera nella pallanuoto, e per alcune figure di dirigente ci può anche stare. Ma per il reperimento delle risorse economiche e per l’organizzazione generale occorrono dei professionisti. Ecco, il mio consiglio è questo: rinunciare magari a prendere uno straniero e investire quei soldi in figure professionali che possano aiutare la società a reperire le risorse necessarie anche a garantire ai giocatori compensi più adeguati al loro impegno.
Mario Corcione
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INTERVISTA CON PINO PORZIO
L’Adriatic League 2014-2015 è quasi la Superliga Europea che avresti voluto tu…
Per anni mi sono battuto affinchè la Superliga Europea diventasse una realtà. Sarebbe stata importantissima per tutto il movimento. Non può che farmi piacere, dunque, che in Europa ci sia comunque un campionato come l’Adriatic League che allinea ai nastri di partenze molte tra le squadre più forti del continente…
Il campionato italiano, invece…
Si avverte una certa volontà complessiva di arrivare al dilettantismo puro. Certo, è un momento difficile, la crisi economica fa sentire in maniera massiccia il suo peso sulle nostre società, ma neppure è giusto che ormai prendano quasi un rimborso spese giocatori che fanno due allenamenti quotidiani. Sia chiaro, come tecnico sono il primo che vorrebbe che si allenassero dieci ore al giorno, ma bisogna anche mettersi nei loro panni.
E quindi?
Forse sarebbe più logico, a questo punto, un campionato estivo che duri tre mesi e che dia ai giocatori, per il restante periodo, la possibilità di investire il loro tempo in attività più remunerative. Fermo restando che la prima cosa che ti spinge in acqua non sono i soldi, ma la passione.
Aumenta il numero dei giocatori italiani che vanno all’estero…
E alcuni sono anche di valore. Come dargli torto? Io stesso, se avessi un figlio che gioca a pallanuoto, gli consiglierei la strada dello studio.
C’è pessimismo nelle tue parole…
No, purtroppo è la realtà, anche se c’è sempre la speranza che le cose possano cambiare in un futuro prossimo.
E il futuro di Pino Porzio?
Non mi dispiacerebbe cimentarmi a livello di club o di nazionali in qualcosa di diverso, che non sia necessariamente un progetto che miri a vincere qualcosa.
La tua Pro Recco ce la farà a vincere la Champions quest’anno?
Ha un grande allenatore, ha preso tre giocatori che nei loro rispettivi ruoli sono i più bravi al mondo, ha un gruppo di italiani fortissimo. E’ dunque la favorita numero 1 per il successo continentale, fermo restando che vincere la Champions è sempre un’impresa difficilissima.
Mario Corcione
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INTERVISTA CON ANGELO BARRECA
Adriatic League 2014-2015 da sogno. E sarebbe stata ancora più bella con la Pro Recco al via…
Sinceramente non l’abbiamo proprio presa in considerazione. Noi quest’anno puntiamo tutte le nostre forze sul campionato, per vincerlo, e sulla Champions per arrivare tra le prime tre.
Come, le prime tre? Vi accontentereste di un terzo posto?
Siccome l’anno scorso abbiamo detto che puntavamo a vincerla e siamo arrivati sesti, un po’ di scaramanzia non guasta.
Certo, al confronto dell’Adriatic League il campionato italiano di A1 non ci fa una bella figura quest’anno. Verdetti annunciati, pochissimi stranieri di prima fascia…
Non sono d’accordo, è un campionato molto bello, ricco di giovani interessanti. E il verdetto finale non è per nulla scontato. Del resto, gli ultimi due campionati parlano chiaro: il Brescia ci ha reso la vita molto dura.
E le altre?
A me piace molto la Sport Management, ma anche Acquachiara e Posillipo non saranno ostacoli agevoli da superare.
Mario Corcione

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