venerdì 27 febbraio 2015

Rudic: “Olimpiadi e HaBa WaBa, la pallanuoto può conquistare il Brasile”

Ratko Rudic

Ratko Rudic non ha bisogno di presentazioni, mentre molto da scoprire c’è sulla sua nuova avventura alla guida del Brasile. La missione intrapresa nel 2013 dal tecnico quattro volte oro olimpico è quella di portare la Seleçao ad un risultato di prestigio ai Giochi di Rio de Janeiro del 2016, tuttavia il guru croato ammette nella nostra intervista di avere un sogno forse ancora più grande: rendere la pallanuoto popolare in un grande paese come il Brasile.
Mr. Rudic, il Brasile è la sua seconda esperienza fuori dalla pallanuoto europea dopo quella negli Stati Uniti, che lei guidò dal 2001 al 2005. Ci sono fattori comuni? 
Sì, quando sono arrivato in Brasile la situazione era simile a quella che trovai quando arrivai negli Stati Uniti. Lì c’era caos dopo che gli Usa non avevano ottenuto risultati alle Olimpiadi di Sidney (uscirono ai quarti di finale con la Russia, ndr) e i giocatori non nutrivano grande entusiasmo verso la nazionale. Dovetti costruire una selezione completamente nuova, inoltre non esisteva un vero e proprio campionato. Compiemmo un grande lavoro di organizzazione, promuovemmo la competizione tra i giocatori e creammo due campionati senior. Quando sono arrivato in Brasile la situazione era simile, come negli Stati Uniti l’organizzazione della nazionale non era ben definita.
Quali sono state le sue prime mosse per migliorare la Seleçao?
Ho subito organizzato una serie di partite con l’Olanda per capire quali fossero la basi da cui partire. Mi sono accorto che la preparazione fisica dei giocatori non era adeguata ad un gioco di alto livello e così ho realizzato un programma di allenamenti nei due centri principali della pallanuoto in Brasile, Rio de Janeiro e Sao Paulo. In secondo luogo, abbiamo aumentato il numero delle partite di campionato e della nazionale. Questo aspetto è stato molto importante e ci ha portato a raggiungere buoni risultati.
Il Brasile è diventata una squadra globe-trotter.
Ho chiesto alla Federazione brasiliana, la Cbda, di partecipare a tutte le manifestazioni ufficiali e di avere anche la possibilità di giocare in Europa. Nel corso del 2014 siamo stati due volte in Croazia, abbiamo partecipato a tornei internazionali e World League. Purtroppo lo stesso impegno non è stato programmato per il 2015 e ne dovrò discutere con la Federazione. Giocare partite a livello internazionale per noi è indispensabile per arrivare competitivi alle Olimpiadi.
La partecipazione alla Regional Liga 2015-16 pare cosa fatta. 
Sarebbe una grande opportunità per il Brasile: giocheremmo partite vere, in uno dei campionati migliori al mondo, migliorando i singoli e il gruppo. Purtroppo ancora non c’è niente di definito.
La città di Zara, nella sua Croazia, però è già pronta a fare da casa al Brasile
È una città disposta ad aiutarci, sarebbero molto contenti di averci da loro. Zara in questo momento non ha un top team, ma ha una grande tradizione nella pallanuoto e accoglierebbe il Brasile a braccia aperte.
E la pallanuoto brasiliana come ha accolto lei?
Ho avuto subito una risposta molto positiva da parte dei giocatori. Si sono avvicinati al nuovo tipo di allenamento, anche molto pesante, con grande entusiasmo e stanno migliorando rapidamente. La Federazione ha dato appoggio alla nazionale, anche se per quest’anno c’è qualche problema che dobbiamo risolvere. Il Brasile è l’organizzatore delle prossime Olimpiadi, sarebbe un peccato perdere questa occasione di crescita per la sua pallanuoto.
I giocatori brasiliani hanno qualche caratteristica che li differenzia dagli europei? C’è qualcosa in cui sono più bravi?
Un po’ come nel calcio, i brasiliani sono molto orientati all’attacco. Hanno affinità con il gol e possiedono una creatività interessante, che si può sviluppare se disciplinata. Potrebbero assomigliare alla scuola spagnola di una volta, con un gioco fatto di tanti movimenti e passaggi. Ma nella pallanuoto di oggi c’è uno modo di stare in acqua più o meno simile per tutti, la tattica è più o meno simile: serve un buon portiere, un buon centroboa, un buon difensore. Ecco, la difesa è l’aspetto sul quale stiamo lavorando di più. E stiamo migliorando.
È alla ricerca di una “via brasiliana” alla pallanuoto?
Diciamo che non posso evitarlo (ride, ndr). Ma io conosco un solo modo di giocare: quello per vincere.
E a vincere ci è andato molto vicino nella Uana Cup di gennaio, dove il Brasile ha mostrato di essere alla pari con il Canada, che si è aggiudicato il torneo
Siamo arrivati alla Uana Cup dopo un periodo di preparazione iniziato a ottobre in cui, però, non ci siamo confrontati con nessuno. Non abbiamo giocato partite internazionali prima del torneo, come ci sarebbe servito. Abbiamo commesso gravi errori nella partita finale, cali di attenzione che si spiegano proprio con la scarsa esperienza in questo genere di partite. Il Canada, a differenza nostra, lavora da tempo insieme, è una squadra che sa giocare, tatticamente ordinata. E ci ha battuto.
Li ritroverete ai Mondiali di Kazan. Siete nel girone con loro, Cina e la sua Croazia. 
Mi auguro di poter organizzare un preparazione adeguata per Mondiali. Per il Brasile, però, più che Kazan conteranno i Giochi Panamericani, che si giocheranno a inizio luglio. Troveremo Canada e Usa, che giocheranno per conquistare il pass per le Olimpiadi. Loro saranno preparatissimi e dobbiamo esserlo anche noi.
Per allora conta di avere a disposizione anche Slobodan Soro e Josip Vrlic, della cui naturalizzazione si parla da tempo?
Non lo so, perché il processo di naturalizzazione non è ancora terminato. Dovrò parlarne con la Federazione brasiliana. Avere giocatori di esperienza come loro può aiutare tutto il gruppo a crescere.
Le nuove regole in via di sperimentazione da parte della Fina potrebbero aiutare a migliorare una nazionale emergente come il Brasile?
In realtà non vedo come possano aiutare chiunque. In campo da 25 metri si gioca una pallanuoto diversa, meno nuotata e più posizionale, in cui sono avvantaggiati i giocatori più grossi, quelli che con maggiore forza e altezza possono coprire maggiore spazio. Non vedo come ciò possa aiutare la pallanuoto brasiliana. Quando ero in Italia conducemmo uno studio sul campo ridotto e notammo una netta diminuzione dei contropiede, un elemento che permette di livellare il gioco, di renderlo più equilibrato perché a disposizione anche delle squadre meno dotate fisicamente. Perdere questo elemento significa aiutare le squadre fisicamente più forti. Per me si tratterebbe di una perdita grave. Il numero di gol? Si è sempre sostenuto che il numero complessivo di reti ideale per una partita di pallanuoto avrebbe dovuto essere di 15/16, in modo che ogni gol possa essere memorizzato dallo spettatore. Con il campo a 25 si arriva anche a 35 reti: sono punteggi da pallamano, non da pallanuoto. Quanto al gioco a 6 in acqua, furono compiuti degli studi anche nel ’96 e questa soluzione fu bocciata.
Almeno un team brasiliano parteciperà alla prima edizione dell’HaBa WaBa North America di Montreal, in Canada. Quanto può essere importante per sviluppare la pallanuoto in Brasile? 
Credo possa essere fondamentale: attualmente l’HaBa WaBa è il miglior progetto pallanuotistico al mondo. È una manifestazione che avvicina i giovani alla water polo quando sono molto piccoli e li fa appassionare al nostro sport. Inoltre crea dei giocatori potenzialmente più forti: alla loro età si può acquisire una biomeccanica pallanuotistica migliore di quella che si può imparare qualche anno dopo. E poi c’è l’elemento sociale, educativo. Penso che l’HaBa WaBa possa aiutare molto la pallanuoto brasiliana: ne ho parlato con la Federazione e sono interessati a organizzare un’edizione in casa loro. L’HaBa WaBa può dare un ottimo stimolo allo sviluppo della pallanuoto in quel paese.
HaBa WaBa e Olimpiadi: può essere questa la ricetta della pallanuoto per sfondare in Brasile?
In Brasile c’è una religione, il calcio, che oscura anche altri sport che negli ultimi anni hanno raggiunto risultati importanti, come il volley. Tuttavia con l’avvicinarsi delle Olimpiadi si inizia a parlare della pallanuoto. Ci sono interviste sui media, informazioni sul campionato. E i giovani brasiliani, quando conoscono la pallanuoto, se ne innamorano. Se la nazionale riuscisse a centrare un buon risultato ai Giochi, potrebbe scattare una vera rivoluzione per la pallanuoto brasiliana.
È una bella responsabilità, per lei, ambasciatore della pallanuoto in Brasile. 
Sono abituato alla pressione e nella mia carriera ho raggiunto qualche risultato…, ma quando entro in un progetto voglio fare bene. Il Brasile è un paese importante dal punto di vista sportivo, economico, culturale. Una squadra di alto livello sarebbe una ricchezza per la pallanuoto mondiale. Sono molto motivato.
Si sarà concesso qualche distrazione al di fuori della pallanuoto…
Sono andato al Carnevale di Rio con mia figlia, che è venuta per l’occasione da Milano, dove vive.   Spettacolo magnifico, peccato piovesse. Così, sono tornato presto a lavoro.

0 commenti:

Posta un commento

 

Followers