venerdì 25 luglio 2014

EURO 2014: la Serbia è l’ultima semifinalista, Grecia sconfitta a testa alta

Vlachopoulos
Angelos Vlachopoulos, 23 anni, top scorer della sfida contro la Serbia con quattro reti

GRECIA-SERBIA 9-13 (2-3, 3-4, 2-4, 2-2)
Grecia: Tsalkanis K., Mylonakis E. 2, Dervisis G., Tigkas D., Fountoulis I. 3 (1 rig.), Pontikeas K., Afroudakis C., Delakas E., Mourikis K., Kolomvos C., Gounas A., Vlachopoulos A. 4, Galanopoulos S. All. Kechagias A.
Serbia: Pijetlovic G., Mandic D. 2, Gocic Z., Randjelovic S. 1, Cuk M. 2, Pijetlovic D., Nikic S. 2, Aleksic M. 2, Radjen N., Filipovic F. 2, Prlainovic A. 1, Mitrovic S. 1, Mitrovic B. All. Savic D.
Note
Usciti per limite di falli Delakas e Pontikeas (G) nel terzo tempo, Randjelovic (S) nel quarto tempo. 
Superiorità numeriche: Grecia 3/7 + 1 rigore, Serbia 5/9. 
Arbitri: Bender (Ger) e Koryzna (Pol). 

Con la vittoria della Serbia sulla Grecia (9-13) si completa il quadro delle squadre qualificate alle semifinali. Pur senza brillare la formazione di Savic riesce a portare a casa il successo, mentre gli ellenici, trascinati da un super Vlachopoulos, si arrendono con orgoglio solo negli ultimi due minuti.
Non è ancora la Serbia che ha impressionato nelle scorse settimane con un cammino da rullo compressore tra World League e tornei di preparazione, ma quantomeno gli uomini di Savic riescono a centrare l’obiettivo minimo, quello delle semifinali, da giocare contro ilMontenegro, in un derby che rappresenta la riedizione della sfida mondiale dello scorso anno, anche se in quel caso si trattava dei quarti di finale. Successo meritato quello diFilipovic e compagni, che hanno condotto nel punteggio dal primo minuto, ma la Greciamerita applausi a scena aperta, confermando quanto di buono aveva mostrato in occasione dell’ultima competizione iridata. La creatura plasmata dal tecnico Kechagias attorno al genio di Christos Afroudakis cresce partita dopo partita, mettendo in mostra le qualità dei due cecchini Mylonakis, ai limiti della perfezione in posizione 1 – lui che è un destro, ndr – eVlachopoulos, ventitreenne dal futuro radioso come dimostrano le quattro reti messe a segno.
La formazione ellenica resta in partita per i primi due tempi, sorretta da una straordinaria percentuale in superiorità numerica che tocca il 100% nelle prime tre occasioni. Cuk, che l’anno prossimo giocherà proprio in Ungheria tra le file dell’Eger, griffa le due reti di marca serba intervallate dall’alzo e tiro di Vlachopoulos che supera in elevazione il corrispettivo numero dodici Mitrovic e batte Gojko Pijetlovic. Un bellissimo gesto tecnico che fa il paio con il diagonale da posizione 5 di Fountoulis che va a spegnersi nell’angolo opposto. La festa della Grecia si esaurisce però nel giro di pochi secondi, prima che la beduina di Nikicsi vada ad infilare lentamente nell’angolo basso. La Serbia prova a scappare via nel secondo quarto e sembra riuscirci quando la bomba lanciata da Filipovic manda in porta pallone e portiere per il 3-6. Un’illusione che dura ben poco perché l’uno-due di Mylonakis e Fountoulis riporta a galla gli avversari, piegati ancora nel finale di tempo da un tiro diPrlainovic che si staglia all’incrocio dopo una carambola sulla testa di Tsalkanis.
Lo sforzo profuso fa si che i riflessi e la resistenza degli uomini di Kechagias venga meno con il passare dei minuti, lasciando spazio alla maggiore esperienza della squadra di Savic che accelera e piazza un parziale di 1-4. La Grecia perde Pontikeas Delakas per raggiunto limite di falli, ma non si abbatte, arrivando a rimontare quasi del tutto lo svantaggio, grazie ai suoi due moschettieri Vlachopoulos e Mylonakis. Come un gatto dormiente, tuttavia, si risveglia Dusan Mandic, assente ingiustificato nei tre tempi precedenti, che in un minuto spezza i sogni di rimonta avversari e fa partire i titoli di coda al match.

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