sabato 27 giugno 2015

World League: Cupido-Azevedo show, e l'Ungheria finisce fuori




UNGHERIA-STATI UNITI 7-8 (0-2, 3-1, 3-3, 1-2)
Ungheria: Nagy, Gor-Nagy, Madaras 2, Erdelyi 1, Vamos, Hosnyanszki, Salamon 1, Angyal, Da. Varga, De. Varga 2 (1 rig.), Nemet, Harai 1, At. Decker. All. Benedek
Stati Uniti: Moses, Virjee, Obert, Kimbell, Roelse, Cupido 1, Samuels 1, Azevedo 3 (1 rig.), Bowen 1, Bonanni 1, Smith, Mann 1, McQuin. All. Udovicic
Arbitri: Gomez e Meng
Note: sup. num. Ungheria 2/7, Stati Uniti 3/9. Rigori: Ungheria 1/2, Stati Uniti 1/1. Usciti 3 f. Hosnyanszki e Harai nel IV quarto
Luca Cupido, l’americano più atteso della World League, ha iniziato timidamente la sua Super Final, ma gara dopo gara sta crescendo come un gigante. La sua ultima impresa? Il rigore conquistato a 3’’ dalla fine che, trasformato da Azevedo, butta fuori i giganti dell’Ungheria, apparsi presuntuosi e macchinosi. Dopo la storica qualificazione del Brasile, l’evento di Bergamo regala un’altra grande sorpresa. P.s.: gli States affronteranno la vincente di Croazia-Italia.
L’Ungheria inizia il quarto proprio come le tre partite del girone: male. Oltre alla solita pigrizia difensiva, specie nel chiudere i tiratori americani, i magiari mostrano un certo nervosismo con la palla in mano, cercando conclusioni supponenti che esaltano Moses. La prima rete della squadra di Benedek arriva addirittura dopo 11’ di gioco (Harai in superiorità), quando gli States sono sul 3-0 e Moses ha appena fallito il passaggio per la controfuga solitaria di Samuels. Una volta sbloccati, i magiari piazzano un parziale di 5-1 che ribalta la partita. Sul 6-4, però, l’Ungheria compie ancora una volta l’errore di sottovalutare i nordamericani che peccheranno forse di talento, ma storicamente sono un team che non molla fino alla sirena finale.
Una magia di Mann li riporta sotto, poi un Nagy dormiente su un tiro di Azevedo permette agli Usa di andare sul 6-6. Nell’ultimo quarto Bowen completa il controsorpasso al secondo tiro su una superiorità. Gli americani difendono con i denti il vantaggio e sembrano potercela fare, almeno fino a 49’’ quando Nemet conquista un rigore che, trasformato da Denes Varga, vale il 7 pari. Partita finita? No, perché c’è Cupido che inventa un’entrata da posizione uno che induce al fallo Vamos: rigore e trasformazione di Azevedo. Punita una boriosa Ungheria, lontana parente di quella campione del Mondo nel 2013. Gli States esultano: dopo tre sconfitte, il lavoro di Udovicic inizia a pagare.

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