mercoledì 26 novembre 2014

CN Posillipo Napoli: Abbandonati a se stessi



Giovedì pomeriggio il Posillipo partirà alla volta di Kazan, dove lo attende la prima parte di un compito difficilissimo: qualificarsi per la semifinale di Euro Cup. Missione quasi impossibile, e non tanto per il valore degli avversari (il Sintez è la squadra più forte della competizione), ma per le condizioni in cui la squadra rossoverde è costretta ad affrontare gara 1 in Russia. Cufino sarà a Kazan senza Negri, Radovic, Mandolini e Briganti. Tutti infortunati.
Si potrà obiettare: è proprio in questi frangenti che, di solito, viene fuori il carattere dei giocatori. Ma come si può pretendere che porti a termine una missione impossibile una squadra che, oltre ad essere decimata, è stata completamente abbandonata a se stessa?
In questo momento la squadra di pallanuoto del Posillipo non ha un presidente, non ha un Consiglio Direttivo. Ci vorrebbe, per tentare di sovvertire il pronostico a Kazan, una parola di conforto, d’incoraggiamento, ma dai saloni del Circolo in questo momento arriva alle orecchie dei giocatori rossoverdi soltanto l’eco delle polemiche, dei litigi, degli inciuci che da sempre caratterizzano il Circolo più vincente e più ingovernabile d’Italia, dove tutti, atleti e tecnici compresi, sono sballottati dalle varie correnti che spaccano la componente societaria.
Questi soci, sempre pronti a salire sul carro del vincitore, dove sono quando si tratta di sostenere la squadra che ha fatto diventare il Posillipo l’Università della pallanuoto? Sono pochissimi quelli che seguono costantemente i rossoverdi alla Scandone, lo ha denunciato chiaramente lo stesso ex presidente Marinella durante la conferenza stampa di presentazione della squadra: “Quest’anno vorrei una maggiore presenza dei soci alle partite”.
Invece è stato proprio Marinella a farsi da parte. Per impegni di lavoro, e forse anche perchè nauseato dalle critiche che puntualmente piovono sul presidente del Posillipo, chiunque esso sia, già 24 ore dopo la sua elezione. Dimissioni che indubbiamente hanno dato un ulteriore colpo al morale di una squadra che, in condizioni di assoluta emergenza, sabato prossimo giocherà a Kazan.
“I quattro assenti? Purtroppo – spiega Cufino – non sono sostituibili in quanto inseriti nel visto collettivo presentato tempo addietro all’ambasciata sovietica. Andiamo a Kazan con lo scopo primario di cementare ancor di più un gruppo che si sta aggregando sempre più intorno ad altri valori dello sport, ma non purtroppo intorno all’organizzazione del gioco, resa quasi impossibile nella pratica dal numero ridotto dei partecipanti agli allenamenti. La squadra darà il massimo come sempre, e con grande maturità si appresta ad affrontare anche stavolta incompleta una tappa importantissima di questa stagione. Mai avremmo immaginato, dopo il terzo posto dello scorso anno, di dover affrontare in questa maniera le competizioni che ci siamo guadagnati sul campo con merito tra tante difficoltà. Ma ora è così, e così dobbiamo andare avanti, stringendo i denti, lottando con intelligenza e senza mollare mai sul piano psicologico, credendo sempre nella possibilità del risultato, come faremo anche stavolta. Questa grande esperienza che stiamo maturando in un momento di paralisi,  che va oltre le nostra situazione di squadra, non potrà che farci venire fuori fortificati”.
Nessun accenno, da parte del tecnico, al fatto che la situazione d’emergenza in casa Posillipo è stata creata anche da una campagna acquisti praticamente inesistente. Fatta eccezione per il Savona, tutte le prime della classe della scorsa stagione si sono rinforzate. E c’è in più l’ambiziosa Sport Management. Mai come adesso, quindi, i soci rossoverdi dovrebbero far quadrato intorno alla squadra, dovrebbero far sentire il loro appoggio morale a giocatori che continuano a fare il loro dovere, a impegnarsi al massimo delle proprie forze nonostante la situazione di precarietà in cui sono costretti ad andare avanti: ritardi pesanti nella corresponsione dei rimborsi spese, difficoltà amministrative che impediscono la tempestività delle pratiche di recupero sanitario degli atleti, indifferenza totale del corpo sociale nei loro confronti. Abbandonati a se stessi. Il gelo per la squadra del Posillipo non è in Russia, è a Napoli.
Mario Corcione

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